Tartarughe: animali placidi e dall’aspetto simpatico, nuotano tranquille nei mari del mondo, capaci di destare sempre curiosità e tenerezza. Ma il WWF è in allarme: c’è troppa plastica nel Mediterraneo, le tartarughe sono in pericolo. Sembra infatti che ogni anno 570 mila tonnellate di plastica galleggino solo nel nostro mare minacciando la vita di moltissime specie marine, tra cui quella delle tartarughe.
Tartarughe in pericolo: il rapporto del WWF
Sono 5 i kg di scarti di materiale plastico che si accumulano ogni giorno lungo il litorale per ogni km di costa. Un problema per la salute delle tartarughe, sopratutto, perché rischiano di essere intrappolate o danneggiate da essa. Lenze, reti rotte, porta lattine vengono scambiati per piccoli pesci o meduse e mangiate. Spesso vi rimangono anche solo incastrati riportando danni a volte anche mortali. Incomincia così un lento accumulo che si deposita nello stomaco e piano piano le intossica e le avvelena. A questo si aggiunge anche la presenza di microplastiche che sono costantemente ingerite e contribuiscono a peggiorare la loro salute.
Il WWF quindi stila un rapporto in cui si scopre che sono 570 mila i kg di plastica che si riversano nel mediterraneo ogni anno. Il problema che aggrava la situazione è anche che il Mediterraneo è un mare chiuso e le correnti formano un flusso che riporta a riva l’80% dei materiali plastici. Il che sarebbe un bene se fosse raccolto, invece si traduce solo in un ulteriore pericolo per le tartarughe e gli altri animali marini.
Uno studio pubblicato su ScienceDirect aveva fatto notare come le tartarughe pelagiche Caretta Careta hanno quasi tutte ingoiato plastica, solo due su dieci non hanno residui, eccenzion fatta per le microplastiche ovviamente, che sono normalmente presenti nell’ascqua marina.
Un percorso ad ostacoli
Ma la plastica non è l’unico problema delle tartarughe che vengono spesso catturate accidentalmente da pescatori, rimangono turisti poco attenti alla natura, scontri con imbarcazioni. Ma la maggiore trappola rimane la plastica. In particolare le tartarughe sono in pericolo per colpa del suo odore. Infatti uno studio redatto da Current Biology mostra come colonie di batteri e alghe che colonizzano i pezzi di plastica fluttuanti conferendogli un’odore irresistibile per le tartarughe. Per questo motivo si è scoperto che anche molte meduse della specie Pelagia Noctiluca finiscono per mangiare plastica.
E se si pensa che poi queste meduse vengono mangiate a loro volta dalle stesse tartarughe si può capire come il problema sia davvero grave. Così molte specie di tartarughe rischiano blocchi intestinali, alterazione del senso di sazietà (per colpa dell’accumulo di plastica nello stomaco) e intossicazione.
Le specie attualmente a rischio sono: la Caretta Caretta, attualmente classificata come in via di estinzione, la Dermochelys Coriacea, la più grande esistente, mentre la tartaruga verde Chelonia Mydas è ufficialmente in via d’estinzione. E ancora ci sono due specie oceaniche, la tartaruga di Kemp e la tartaruga Eretmochelys Imbricata che sono ad un passo dall’estinzione.
Una piccola notizia positiva
Grazie ad un progetto speciale si è istituito il Raine Island Recovery Project che prevede il miglioramento e la ricostruzione delle spiagge dove nidifica la tartaruga verde. L’isola di Raine ospita una delle più grandi colonie di tartarughe al mondo. Quest’anno si è potuto assistere alla migrazione di più di 64 mila esemplari nelle acque vicine al Mar dei Coralli.
La partenza è stata registrata grazie ad un drone, per non disturbarle. Nonostante questa ottima notizia le tartarughe continueranno ad essere in pericolo se non si deciderà di prendere qualche provvedimento riguardo questo grave problema che danneggia non solo loro ma anche molti altri essere viventi, marini e non.