giovedì, Novembre 21LEGA DEL CANE - SEZIONE DI CARBONIA
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Processionaria, è allerta in tutta Italia

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La processionaria non conosce ostacoli, nemmeno in quarantena. Quest’anno i primi avvistamenti si sono verificati molto prima del solito. In Italia è già allarme per la presenza sul territorio di questi pericolosi lepidotteri, fra i più temuti dai proprietari di cani.

In realtà però la processonaria non rappresenta un pericolo “solo” per i nostri amici a quattro zampe. Questi bruchi, simili a innocui millepiedi, possono infatti essere dannosi anche per la salute umana.

Ma cos’è il “fenomeno” processionaria e come possiamo riconoscere questi sgraditi ospiti? E che fare se dovessimo imbatterci in un’infestazione in piena regola? Scopriamo insieme come fronteggiare una delle minacce di stagione per i nostri amici pet.

Che cos’è la processionaria?

Sentendo parlare di processionaria, il neofita di solito si immagina chissà quale terrificante bestia feroce. In realtà la processionaria non è altro che un lepidottero, ovvero un insetto simile a una falena.

Le dimensioni degli adulti si aggira sui 4 cm. Le ali hanno una colorazione bianca, oppure grigiastra.

Questo insetto si nutre delle foglie degli alberi di conifere, soprattutto i pini. Per questo motivo le processionarie sono così diffuse sul territorio italiano. Al punto che, con l’arrivo della bella stagione, molti proprietari di animali (soprattutto cani) vanno letteralmente nel panico, soprattutto se dispongono di giardini o vivono in aperta campagna.

Un bruco di processionaria
La processionaria è pericolosa soprattutto in fase larvale

E’ in questo periodo infatti che la processionaria depone le sue uova. Dopo l’accoppiamento il maschio muore, mentre la femmina si appollaia su un ramo di pino dove deporrà fino a 300 uova. Occorre circa un mese perché le uova si schiudano. Le larve che ne emergono hanno in tutto e per tutto l’aspetto di comuni bruchi.

Ma, quindi, come si riconoscono le processionarie? Semplicemente vedendole muoversi in fila indiana sul terreno. Questi lepidotteri si spostano  in gruppo, formando lunghe processioni – da cui il nome.

Attenzione, però. Anche se la processionaria non ha un aspetto temibile, nella fase larvale può essere estremamente pericolosa.

Perché i bruchi sono pericolosi?

Le larve di processionaria sono interamente ricoperte da una fitta peluria urticante.

Quest’ultima serve alla processionaria come protezione dai predatori, soprattutto uccelli o altri insetti più grossi. Ma a essere minacciati sono anche i nostri animali domestici… e perfino noi esseri umani.

I peli della processionaria
I peli urticanti della processionaria

Infatti durante l’estate la peluria che ricopre il corpo della processionaria si disperde con gran facilità. Basta un refolo di vento a trasportare microscopici quanto urticanti peli. Che noi non possiamo vedere… ma che possono provocarci reazioni allergiche anche di una certa importanza.

Il pericolo più grande, però, lo corrono soprattutto i cani. Le loro mucose sono particolarmente esposte al rischio di contatti accidentali con i peli della processionaria. Narici, labbra, occhi e naso possono subire gravi lesioni, ma non solo. Anche il sistema respiratorio e l’apparato digerente, al contatto con l’urticante, possono essere danneggiati seriamente.

Avvelenamento da processionaria: i sintomi

L’avvelenamento da processionaria si presenta con un quadro clinico anche molto drammatico. Per questo è importante saper riconoscere subito i sintomi e intervenire con prontezza.

A quali segnali di allarme occorre prestare attenzione?

I primi e più gravi sono di natura respiratoria. Controlliamo la frequenza del respiro del nostro cane e soprattutto la sua salivazione. Se quest’ultima è eccessiva o c’è troppa bava, avvertiamo il veterinario. Purtroppo, visto l’aumento delle temperature estive, questi sintomi sono spesso trascurati.

Se il cane ansima e ha salivazione importante potrebbe aver ingerito un bruco di processionaria
Attenzione al respiro e alla salivazione di Fido

La tempestività è fondamentale, perché il contatto con l’urticante può causare danni irreparabili. Nei casi più gravi, i tessuti colpiti vanno infatti in necrosi.

Anche l’aumento del calore corporeo può essere un segnale d’allarme. La lingua, se è entrata in contatto con l’urticante, si gonfia rischiando di soffocare l’animale.

Il cane inoltre potrebbe avere nausea e vomitare senza motivo. Un altro sintomo che si manifesta con rapidità è la dissenteria, spesso emorragica.

I pericoli della processionaria per l’uomo

La processionaria però non è velenosa solo per gli animali. Anche l’uomo può subire forti reazioni allergiche a contatto con i suoi peli urticanti.

Nei casi più gravi, i soggetti colpiti possono manifestare perfino shock anafilattici. In questi casi a reazioni cutanee, sudorazione ed edema alla gola subentrano problemi respiratori. I quali, se non trattati immediatamente, possono portare addirittura alla morte.

Anche il contatto con gli occhi è estremamente pericoloso. La reazione allergica in questo caso può degenerare, portando il soggetto alla cecità. Se i peli si incuneano in profondità nell’occhio, sarà necessario un intervento chirurgico per rimuoverli.

Ma cosa fare se noi, o i nostri animali, ci imbattiamo nel temuto bruco?

Allergia cutanea
Il contatto con la pelle può dare origini a eruzioni cutanee anche molto estese e gravi

Per prima cosa, assicuriamoci di lavare le parti del corpo entrate in contatto con l’urticante. Per la nostra pelle e i capelli possiamo usare acqua e sapone neutro. Nel caso del cane, servirà invece una soluzione di acqua e bicarbonato se il bruco è stato ingerito.

Se il dolore troppo forte non lascia aprire la bocca al cane, dovremo vaporizzare la soluzione con una siringa senz’ago o uno spruzzino spray.

Gli abiti, i tessuti e gli articoli di vestiario contaminati vanno maneggiati con i guanti e lavati ad altissime temperature. Evitiamo il contatto con l’ammoniaca, che potrebbe peggiorare la situazione.

Purtroppo, nei casi più gravi è fondamentale ricorrere al medico o al veterinario, se non perfino all’ospedale.


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