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Non si gioca con gli animali marini

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Insegnereste mai ai vostri figli l’arte della tortura? Gli insegnereste a chiudere un essere vivente dentro un tegame d’acqua bollente? O ad amputargli gli arti? E allora perché li lasciate giocare con gli animali marini?

Tutti i granchi finiti nei secchielli, sballottolati con le palette. I pesci finiti nei retini e poi rigettati, lasciati al loro atroce destino. Le meduse punzecchiate e fatte rimbalzare da un bambino all’altro come una pallina. Giocare con gli animali marini è una tortura bella e buona, ma anche un reato. Perciò insegniamo sin dalla più tenere età ai nostri bambini a rispettare il mare e tutti i suoi abitanti.

Non si gioca con gli animali! Lo dice anche la legge

Il “gioco” perpetuato da molti bambini e assecondato dai genitori, se non insegnato direttamente da essi, è reato. Ai sensi dell’articolo 544 bis e ter del Codice Penale:

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.

Il reato di maltrattamento animali punisce chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale, ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.

Non si gioca con gli animali marini
Giocare con granchi, pesci, meduse e stelle marine equivale a una loro morte certa

Quindi anche maltrattare i piccoli e i piccolissimi animali marini costituisce reato. E pescare maldestramente un pesce, un granchio o una medusa con il retino, costringerlo nel secchiello (dove la temperatura dell’acqua raggiunge velocemente picchi insopportabili per i poveri animali), andare a stuzzicarli con palette e rastrelli, tutto questo è una vera e propria tortura.

E rigettarli in mare, poi, ritenendo di non aver fatto loro nulla di male, perché sono ancora vivi e in un modo o nell’altro se la caveranno, altro non è che una condanna a morte per il povero animale.

Stella marina
Semplicemente prendere in mano una stella marina può ucciderla

Ovviamente, questi crimini commessi dai bambini ricadono sui propri genitori. Ma non è la legge o la pena a dover far paura, quanto il fatto che state insegnando ai vostri bambini a torturare un altro essere vivente, per quanto piccolo e inerme questo sia.

I sei buoni motivi per smettere di giocare con gli animali marini secondo l’Enpa

L’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha stilato sei buoni motivi per smettere di giocare con gli animali marini. Sei motivi che i bambini dovrebbero conoscere, ma anche, e soprattutto gli adulti.

  • Prendere un granchio, un pesce, una medusa o una stella marina e metterli nel secchiello equivale a una loro morte certa. Anche se alla fine questi vengono liberati in mare. Come dicevamo, l’acqua nel secchiello raggiunge temperature elevatissime in pochissimo tempo.
  • Per tutti questi piccoli animali marini i retini e i secchielli sono delle vere e proprie macchine da tortura. Per non parlare poi di palette e rastrelli.
    Le regole dell'Enpa
    I sei buoni motivi per non giocare con gli animali marini secondo l’Enpa
  • I bambini che rispettano gli animali, tutti gli animali, sono adulti migliori”. Potrebbe sembrare un luogo comune, eppure ad affermarlo è una vera e propria ricerca scientifica, condotta dai ricercatori dell’Università di Cambridge. Inoltre, sempre secondo lo studio dei ricercatori, l’amicizia tra bambini e animali, aiuta i bambini a relazionarsi con il mondo circostante e il rispetto verso il prossimo.
  • Imparate ai bambini il rispetto per gli animali marini, facendogli conoscere tutte le storie che questi hanno da raccontare. Le meduse, ad esempio, sono tra gli animali più antichi al mondo. I polpi, invece, hanno il sangue blu e ben tre cuori!
  • Ci sono migliaia di cose da fare al mare, tra l’acqua e la spiaggia. Non c’è alcun motivo di giocare con gli animali marini.
  • Infine, insegniamo ai bambini, sin da piccoli, che rispettare il mare vuol dire rispettare noi stessi e le persone che amiamo. Il mare, infatti, ricopre ben il 70% della superficie terrestre, producendo ben il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Il mare è vita, non uccidiamola.

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