Il coronavirus ha cambiato il nostro modo di vivere così come lo conoscevamo, su molti fronti. Ma il decreto di giovedì 12 marzo ha bloccato, tra le altre cose, anche le adozioni di animali.
Cosa sta succedendo in Italia
Il problema del blocco delle adozioni non è solo per quegli animali che sono in attesa di trovare padrone e dovranno così prolungare l’attesa. Ma è sopratutto per tutti quei cani “prenotati” che attendevano gli ultimi controlli pre-affido per trovare finalmente un posto sicuro e confortevole dove stare. Anche le adozioni già partite a livello burocratico, infatti, sono costrette a rimanere in pausa.
Forse infatti alcuni non sanno che per adottare un animale non basta recarsi n canile e sceglierlo. Esiste un iter per garantire che l’animale sia dato a padroni responsabili. Bisogna compilare alcuni moduli e rispondere a delle domande conoscitive, alcuni canili visitano anche la casa che accoglierà il cane e fanno degli incontri “pre-affido” per far conoscere il cane ai nuovi padroni. Solo quando sono stati fatti tutti i controlli si decide il giorno in cui si andrà a prendere l’animale per portarlo finalmente a casa.
Ma ad oggi solamente i padroni dei cani che sono stati accalappiati, potranno accedere al canile. Da qui la preoccupazione di molti addetti ai lavori, che temono che i possibili nuovi padroni “in attesa” possano cambiare idea nel frattempo e decidano di non adottare più l’animale scelto.
Il lavoro dei volontari nei canili comunque continua instancabile ed è anche maggiorato perché ora anche loro devono seguire le norme del governo per evitare l’espandersi della pandemia e lavorano con un numero ridotto del personale al loro interno.
La situazione in Europa
La situazione nel resto dell’Europa varia un po’. In Belgio sono aumentate le adozioni e diminuiti gli abbandoni, in Francia il rifugio Sans Collier è rimasto aperto registrando un aumento del 25 per cento del numero di adozioni di animali. In questo caso però le adozioni sono partite lo stesso ma con precedenza a chi si era già informato in passato, mandano mail o chiamando per informazioni. Lasciando dietro chi invece ha fatto intuire volesse un cane solo per via dei nuovi provvedimenti attuati dai governi.
Mentre in Spagna sta girando una lettera inviata a tutti procuratori provinciali, perché l’eccessivo interesse è stato valutato come di natura fraudolenta. Nella lettera si specifica inoltre che eventuali abbandoni successivi alla riapertura delle città saranno considerati crimini penali.
Qui in Italia, il desiderio di adozione, era aumentato subito dopo la chiusura delle scuole. Probabilmente il tempo ritrovato aveva fatto pensare a molti essere un buon momento di introdurre un animale nella propria famiglia. Tuttavia, con il proseguire dell’emanazione dei decreti, si erano anche date delle concessioni extra ai possessori di cani permettendo loro di uscire per far passeggiare il cane. Da qui è sorto il dubbio che non tutti i possibili futuri padroni fossero davvero in buona fede, ma lo facessero con secondi fini.
La situazione adozioni in America
In America invece il boom delle adozioni è stato assecondato. Sulla pagina Facebook del Chicago Animal Care and Control Adoptable Pets, per la prima volta dalla loro apertura si sono trovati a scrivere un post in cui ammettevano di non avere più nessun animale da far adottare.
Ma non è un caso isolato. Pare infatti che in tutto lo stato, stiano accadendo casi simili. Per esempio al Purposeful Rescue viste le elevate richieste di adozione i volontari si sono trovati costretti a rimuovere dal sito direttamente i moduli per riuscire ad ottemperare alle richieste.