Per molti anni le pellicce sono state un gettonatissimo oggetto di moda, indispensabile per arricchire i grandi marchi. Tuttavia negli ultimi anni si sta sviluppando nel mondo intero una maggiore consapevolezza e i marchi fur free stanno diventando tantissimi.
Lo sfruttamento degli animali
I diritti degli animali è un tema scottante da anni. Se da una parte c’è chi chiede a gran voce di chiudere gli allevamenti e di rispettare ogni essere vivente, dall’altra c’è chi non vuole rinunciare all’incredibile risvolto economico che c’è dietro a tutto questo.
Per molti anni il rapporto tra noi e gli altri esseri viventi del pianeta è stato dominato dal loro sfruttamento, per sopperire ai nostri bisogni personali, non solo alimentari. Eppure tutto ciò sta cambiando. In molti iniziano a chiedere l’abolizione delle pelli e delle pellicce nel campo tessile, dell’abbigliamento e accessoristico. E, nonostante c’è ancora chi non vuole aprire gli occhi e ritrovarsi faccia a faccia con l’orrore dei grandi allevamenti per pellicce, i grandi marchi iniziano a rispondere positivamente al grido d’aiuto del pianeta Terra e di tutti i suoi abitanti, pelosi e non.
Tuttavia si ritiene che molte aziende abbiano scelto di orientarsi verso collezioni fur free non tanto perché ne abbracciano gli ideali, ma perché è il mondo intero e quindi il mercato che sta cambiando. Soprattutto i giovani sono molto più attenti al momento dello shopping. È subentrata una consapevolezza e una voglia di conoscenza che prima non esisteva. Nessuno si domandava da dove provenisse un determinato capo di abbigliamento o quanti animali abbiano sofferto per farci essere alla moda. Ora in molti hanno una coscienza planetaria, che li porta a fare acquisti consapevoli e a stare attenti alle esigenze non solo dell’essere umano, ma dell’intero pianeta e di tutti i suoi abitanti.
Qualsiasi sia la ragione, fatto sta che non è più così difficile trovare capi d’abbigliamento, anche d’alta moda, completamente Animal Free.
La Lav
In prima linea nella battaglia contro lo sfruttamento degli animali nel mondo della moda c’è la LAV (Lega Italiana Anti Vivisezione). Sul suo sito è possibile trovare tutti i marchi fur free e la spiegazione di come fare acquisti consapevoli.
Per capire il lavoro di ogni singola azienda si utilizza il Rating Aff, il quale indica il livello di “rinunce” fatte dai marchi di capi di abbigliamento.
- V: niente pellicce;
- VV: niente pellicce ne piume;
- VVV: niente pellicce, piume, pelle e seta;
- VVV+: niente pellicce, piume, pelle, seta e lana.
Nonostante l’adesione di molti marchi la richiesta della LAV è ora un’abolizione a livello europeo di tutti gli allevamenti per la produzione di pellicce. Ad aver aderito sono già stati Austria, Belgio, Croazia, Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca, Slovenia, Regno Unito. La Danimarca, ha invece vietato i soli allevamenti di volpi. Bosnia, Macedonia, Serbia e Norvegia, hanno sottoscritto leggi che entreranno in vigore dal 2025. Altri paesi hanno fissato dei parametri da rispettare, per tenere sotto controllo gli allevamenti, sono Spagna, Germania, Svizzera e Svezia.
In Italia, infine, esiste una proposta di legge, ma questa è ferma da anni.
I marchi senza pellicce
Non è semplice diventare completamente Animal Free, raggiungere il Rating Aff VVV+, ma in molti ci stanno provando almeno partendo dalle pellicce.
Ci sono moltissimi grandi nomi che hanno scelto di diventare fur free: Gucci, Armani, Versace, Hugo Boss, Burberry, Michael Kors, Furla, Diane von Furstenberg, ecc.
La rivoluzione fur free sta coinvolgendo il mondo intero. Gucci, ad esempio, che si posiziona tra i tre più grandi marchi di moda al mondo, annunciò la sua scelta fur free con un post di Instagram. Il post, in poche ore raggiunse quasi 180 mila like.
Tra gli ultimissimi new entry nel mondo dell’animal free c’è Prada, che ha recentemente annunciato che non produrrà più pellicce e che sarà completamente fur free da esaurimento scorte in poi. Impegnandosi, inoltre, a diventare completamente animall free nel giro di alcuni anni.
Infine, la Fashion Week di Londra ha deciso di dettare alcuni “obblighi” ai marchi inseriti in calendario, affinché i capi presentati in quell’occasione siano animal free.
Ovviamente la speranza è che tutti seguano l’esempio di questi grandi marchi che hanno scelto una moda pet friendly e sostenibile.