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I gatti amano le scatole, anche quelle immaginarie

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I gatti amano le scatole. Lo sappiamo benissimo. Non possiamo lasciarne una a portata di zampe che ecco lì che ci si infilano dentro. E cosa li compriamo a fare quei costosissimi tiragraffi e quelle bellissime cuccette se, alla fine, ciò che più interessa al nostro amico a quattro zampe è l’imballaggio? I gatti amano le scatole. E lo sappiamo benissimo tutti noi padroni di felini. Ma sapevate che i gatti amano le scatole immaginarie? Scatole immaginarie? Come è possibile. Questo è quanto emerso recentemente da uno studio. Scopriamolo insieme.

I gatti e le challenge sui social

In realtà la “challenge” delle scatole immaginarie gira sui social da diversi anni. E non solo sui social. Da bambini non avete mai provato a tracciare una linea con la penna per “intrappolare” una formica.

Gatti e scatole immaginarie
Tutto è partito da una challenge su Twitter

Quello della scatola illusoria è, infatti, un “gioco” testato su diversi animali e non solo sui gatti. Ma i gatti sono, senza dubbio, i più amati dal popolo del web. Le foto e i video che li ritraggono come protagonisti spopolano sui social, così come le challenge a loro rivolte.

Per molto tempo è andata di moda la challenge del cetriolo. Ditemi che non avete mai provato a mettere il cetriolo dietro al gatto di soppiatto, mentre stava bevendo o mangiando. Beh, a dire il vero il mio di gatto il cetriolo l’ha altamente snobbato.

I gatti amano le scatole immaginarie – la challenge

Ma torniamo alla scatola illusoria. Questa challenge era molto di moda circa quattro anni fa, quando spopolò, in particolar modo, sul social network Twitter.

I gatti amano le scatole
I gatti amano le scatole – challenge sui social

Il gioco della scatola illusoria funzionava così: bisognava tracciare per terra il profilo di una scatola (disegnare un quadrato in pratica), aspettare che il gatto ci si posizionava dentro, scattargli una bella fotografia e postarla sul social.

La challenge passò un po’ secondo piano per alcuni anni. Ma dopo mesi di vita domestica forzata, chiusi in casa a causa dei vari lockdown, la noia ha fatto sì che la challenge tornasse di moda.

È forse per questo che c’è chi, proprio durante il lockdown, ha deciso di farla diventare un vero e proprio esperimento scientifico.

I gatti amano le scatole immaginarie – l’esperimento di Gabriella E. Smith

Gabriella E. Smith è un’etologa dell’università di New York che ha deciso di trasformare la challenge della scatola illusoria in un vero e proprio esperimento scientifico.

Lo scopo del suo esperimento era quello di dimostrare che i gatti sono effettivamente attratti da un contenitore dai tratti illusori.

Gatto e scatola immaginaria
Gatto “intrappolato” in una figura di Kanizsa

La l’esperimento ha visto coinvolti circa 500 gatti e i rispettivi padroni. Gatti e padroni sono, poi, stati divisi in tre gruppi. Il primo gruppo disegnò a terra delle scatole immaginarie. Il secondo gruppo disegnò l’illusione ottica conosciuta con il nome di Figura di Kanizsa. Infine, il terzo gruppo utilizzò gli elementi della Figura di Kanizsa ma li dispose in maniera da non formare il contorno di una scatola.

I risultati dell’esperimento li ha comunicati la stessa Smith: “i gatti hanno dimostrato di venire influenzati dai contorni illusori e dalle figure di Kanizsa, il che supporta la nostra ipotesi che trattano le scatole immaginarie come se fossero reali”.

Quindi, i gatti amano le scatole, anche quelle immaginarie. Ma questo lo sapevamo già dalle challenge sui social. Certo che se a dirlo adesso è anche la scienza è tutta un’altra storia.

Ma perché i gatti amano le scatole?

Perché i gatti amano le scatole?

Nonostante l’esperimento della Smith sia riuscito a dimostrare che effettivamente i gatti amano le scatole tutte, anche quelle immaginarie, non è riuscito, però, a spiegarne il perché.

Perché i gatti amano le scatole?

Non vi è una risposta scientifica a questa domanda, ma secondo la teoria più accreditata è perché l’animale percepisce lo spazio chiuso come un luogo sicuro e protetto, dove ripararsi e dove alleviare lo stress, staccandosi dal resto del mondo.


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