Quella riguardante l’intelligenza di gatti e cani è una disputa che va avanti ormai da tantissimo tempo e che presenta tantissimi aspetti differenti da considerare. Solitamente le credenze popolari danno in vantaggio i cani anche se, secondo recenti studi, l’intelligenza dei nostri amici felini non è da meno.
Vediamo nello specifico quali fattori sono stati presi in analisi per giungere a questa conclusione.
Cervello ed interazione
I primi due fattori presi in considerazione per comprendere chi fosse più intelligente tra cani e gatti sono stati il cervello e l’interazione con l’essere umano. Per quanto riguarda la vera e propria massa cerebrale c’è da dire che tra i due animali presenta delle differenze abbastanza marcate.
Nei felini infatti si parla di un cervello di circa 64 grammi mentre per i cani a stento si toccano i 25. In più anche le terminazioni nervose e i neuroni coinvolti nell’attività cerebrale sono nettamente differenti con oltre 300 milioni per i gatti e solo 160 per i nostri amici pulciosi.
Tuttavia dimensioni e numero di neuroni non sono gli unici fattori con i quali determinare l’intelligenza di questi due animali. Tra i fattori di rilievo infatti bisogna prendere in considerazione anche l’interazione con l’essere umano. Secondo alcuni studi condotti dall’Università della California i primi segni di domesticazione dei cani sarebbero da collocare tra 50 mila e 30 mila anni fa mentre, per quanto riguarda il gatto, non più di 10 mila anni fa.
Problem solving e comprensione
Tra i tanti test svolti su cani e gatti al fine di comprendere quale dei due animali fosse effettivamente più intelligente i più significativi sono stati quelli relativi il problem solving. Nello specifico sono stati assegnati dei compiti agli animali con il preciso scopo di analizzare i loro processi cognitivi dinanzi ad un problema.
I risultati da molti anni a questa parte sono stati schiaccianti e hanno sempre visto i cani nettamente in vantaggio. Essi infatti sono in grado di risolvere problemi, reagire agli stimoli e compiere azioni ragionate, al contrario dei felini i quali apparivano totalmente disinteressati.
Questo ha sempre portato a pensare che, proprio per tale motivo, i cani siano più intelligenti. Tuttavia recenti studi effettuati proprio sui risultati di questo genere di test hanno evidenziato quanto in realtà alla base degli scarsi risultati dei piccoli felini ci fosse un marcato disinteresse per questo tipo di attività. A livello cerebrale infatti i gatti hanno manifestato reazioni spesso anche più rapide rispetto ai “colleghi” pur non mettendo in pratica ciò che gli veniva imposto o suggerito.
Questo ci fa comprendere quanto in realtà essi non siano meno intelligenti ma solo meno propensi a reagire a questo tipo di stimoli.
Sensi e non solo
Tra gli ultimi dati analizzati riguardo questi due animali ci sono i sensi i quali rappresentano una delle tante manifestazioni dell’attività cerebrale. In particolare come tutti sappiamo i cani possiedono un ottimo udito che gli permette di sentire rumori anche a frequenze molto basse e un olfatto straordinario utilizzato anche per attività quali la caccia o per quanto concerne il rilevamento di sostanze stupefacenti o esplosive.
Tuttavia nonostante come detto questi due sensi siano acutissimi nei cani c’è da dire che, contrariamente a quanto si pensa, l’olfatto dei gatti è anche meglio.
Secondo recenti studi infatti è stata stimata una media dei recettori olfattivi presenti nei due animali. Per i felini infatti si parla di 200 milioni di recettori contro i circa 160 milioni dei cani.
Questi dati, uniti a quanto detto fino a questo momento, ci aiutano a comprendere che in effetti i piccoli felini non hanno nulla da invidiare ai cani in termini di intelligenza.