Avete mai notato che alcuni gatti, soprattutto quelli con il manto (o una parte di esso) tigrato, hanno sulla fonte una M. Se ci iniziate a fare caso scoprirete che sono davvero moltissimi. È genetica? Dipende dalla razza? È solo un caso? Oggi scopriremo che esiste una leggenda dietro a quella M sulla fronte dei gatti. Anzi più di una! Pronti a scoprirle?
La leggenda della M sulla fronte dei gatti nel mondo cattolico
Iniziamo da una leggenda, per così dire, nostrana. Nel mondo cattolico c’è una dolce leggenda riguardo alla M sulla fronte dei gatti.
Per conoscerla dobbiamo tornare indietro di più di 2000 anni, al primo Natale della storia, alla nascita di Gesù Bambino.
Ci troviamo nella grotta, con Maria, Giuseppe, il bambinello, il bue, l’asinello e un gatto. Ah, non lo sapevate che c’era anche un gatto quella notte? Ebbene c’era. O almeno così dice la leggenda in questione.
Proprio quel gatto si infilò nella mangiatoia insieme al bambinello e lo scaldò nella notte gelida. Si narra che Maria lo accarezzò sulla fronte, in segno di riconoscimento e, nel farlo, lasciò impressa l’iniziale del suo nome.
Alcune versioni della leggenda dicono, invece, che il gatto in questione fosse in realtà una gatta, con tanto di gattini al seguito, in cerca di un luogo caldo per mettere al sicuro la sua prole nella notte gelida. Il caso ha voluto che quel luogo, caldo e sicuro, fosse proprio la mangiatoia dove dormiva il bambino Gesù appena nato.
Possiamo trovare moltissimi riscontri moderni in questa leggenda. Non è inusuale, infatti, trovare un gatto acciambellato all’interno delle mangiatoie dei vari presepi allestiti da città e paesi. E molti genitori, sapranno anche che non è insolito trovare il proprio amico a quattro zampe a dormire insieme all’ultimo arrivato umano della famiglia. Nel farlo non solo lo tiene al caldo, ma lo culla e lo tiene addormentato, alleggerendo il lavoro di mamma e papà.
La leggenda della M sulla fronte dei gatti nel mondo islamico
Davvero una bella leggenda, ma non è l’unica. Tutti amano i gatti ed allora ecco la versione islamica.
Muezza era il gatto di Maometto. Quest’ultimo, un giorno si trovò di fronte a un grave pericolo. Un serpente velenoso, infatti, gli stava davanti ed era pronto ad attaccarlo. Per fortuna Muezza venne in suo aiuto e gli salvò la vita.
Maometto amava i gatti e amava incondizionatamente Muezza, a prescindere da questo episodio. Fu lui a imprimere la M sulla fronte dei gatti, come ricordo di questa grande amicizia. La M, infatti, è l’iniziale del nome di entrambi.
Cosa dice la scienza a riguardo
Entrambe le leggende sono bellissime, tuttavia, la scienza da la sua spiegazione, molto meno poetica ma, senz’altro, molto più realistica.
La M sulla fronte dei gatti non è dovuta a un miracolo o a un dono di Dio, né tanto meno a un segno di riconoscenza da parte di Maometto. La M altro non è che genetica, pura e semplice genetica.
Come dicevamo è una caratteristica dei felini dal manto tigrato e segno distintivo di ben diverse razze:
- Il gatto Abissino, originario dell’antico Egitto,
- Gatto Somalo, stretto parente del gatto Abissino, ma a pelo lungo,
- Il gatto del Bengala,
- Il gatto europeo, una razza molto diffusa in Italia, come in tutta Europa. In colori sono diversi, ma in questo caso parliamo dei gatti europei dal manto tigrato.
- Gatto comune, esattamente come per il gatto europeo, anche qui si parla esclusivamente dei gatti dal manto tigrato.
In generale possiamo dire che tutti, o quasi, i mici dal manto tigrato hanno questo segno particolare sulla loro fronte. Una M che possiamo attribuire a un fattore genetico, ma che possiamo anche sognare come il dono di un Dio o di un Profeta riconoscente.