sabato, Novembre 23LEGA DEL CANE - SEZIONE DI CARBONIA
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Animali salvati dall’estinzione

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Sentiamo spesso parlare di specie animali sull’orlo dell’estinzione per colpa dell’uomo. Chi braccato dai cacciatori in cerca di ricchezze grazie all’avorio, alle pelli, ecc, chi per colpa del surriscaldamento globale, altri ancora, la maggior parte forse, perché l’uomo si è appropriato indebitamente del loro habitat naturale. Ma spesso ci dimentichiamo che l’essere umano è capace di tanto odio quanto di tanto amore. E mentre da una parte c’è chi non ha alcun scrupolo, dall’altra c’è chi quotidianamente lotta per la salvaguardia di migliaia di animali. Vediamo allora quali sono quelle razze salvate dall’estinzione ad opera dell’uomo.

La tigre siberiana

La tigre siberiana è uno dei felini più grandi della terra e attorno agli anni ’40 ha rischiato di scomparire per sempre, arrivando a contare appena 40 esemplari. Oggi, seppur ancora in rischio d’estinzione, gli esemplari sono saliti fino ad oltre i 500, molti dei quali in cattività.

La balena grigia

Questo enorme cetaceo marino non ha predatori naturali, se non l’uomo. La colpa quindi di essersi ritrovata nell’800 sull’orlo dell’estinzione è da attribuire proprio alla razza umana. Anche se ancora qualcuno nel mondo continua a cacciarla, la lotta per contrastare le baleniere è ferrata ed ha portato a togliere dall’elenco delle specie a rischio la balena grigia nel 1994.

Il bisonte nordamericano

Il bisonte nordamericano ha visto una drastica riduzione delle sue file tra il 1800 ed il 1900, quando in un solo secolo, gli esemplari sono scesi da 40 milioni a meno di 1000. Nel corso dell’ultimo secolo, invece, grazie soprattutto all’allevamento il grosso mammifero è uscito vittorioso dal rischio d’estinzione. Ad oggi la popolazione è di circa 520.000 esemplari, anche se solo 20.000 vivono allo stato brado.

Il cavallo takhi

Il cavallo takhi è considerato al giorno d’oggi l’unico cavallo selvatico al mondo, ma ha rischiato di sparire per sempre, quando, nel 1945, erano stati stimati solo 12 esemplari. Ora, grazie ad un lavoro coordinato di 16 paesi, nei quali è stato attivato un programma di ripopolamento, gli esemplari sono saliti ad oltre 600.

L’aquila di mare testa bianca

L’aquila di mare testa bianca è il simbolo degli stati uniti, ma la potenza mondiale ha rischiato di rimanere senza uno dei suoi maggiori simboli. Nel 1960, infatti, la specie ha visto il suo momento peggiore, con appena 400 coppie nidificanti, in tutto il territorio nordamericano, con il rischio di diminuire drasticamente nelle generazioni successive. Tuttavia gli anni successivi l’America ne ha vietata la caccia ed ha messo al bando l’uso del pesticida DDT, questa azione ha permesso alle aquile di ripopolarsi senza pericoli esterni, riuscendo a riportare gli esemplari a circa 100.000.

L’alligatore americano

Il temibile alligatore era già dato per spacciato attorno a metà del secolo scorso, dopo aver abitato il pianeta per oltre 200 milioni di anni, ma la cooperazione tra le varie agenzie per la fauna del territorio americano, è riuscita a salvaguardare la specie, portandola definitivamente fuori dall’elenco delle specie a rischio già nel 1987.

La volpe nana

Le aquile, principali predatori delle volpi nane delle isole channels, al largo delle coste della California, portarono quest’ultime sull’orlo dell’estinzione all’alba del 21esimo secolo. Per salvare la popolazione di volpi, l’uomo ha prontamente spostato le aquile che abitavano l’arcipelago sulla terraferma, evitandone l’estinzione.

Storie italiane

Gipeto delle Alpi

Per finire non possiamo non parlare del belpaese, la penisola italiana è infatti culla di migliaia di specie animali ed uno dei maggiori ecosistemi del pianeta. L’Italia è in prima linea nel salvaguardare il proprio ambiente naturale. Tra le storie italiane troviamo il Gipeto delle Alpi, condannato ad una caccia spietata perché accusato  di attaccare gli agnelli. Il progetto per la sua salvaguardia è tra i maggiori al livello non solo italiano, ma europeo, riportando questa razza fuori dalle specie a rischio. L’euprotto sardo, un tritone che vive nei ruscelli della seconda maggiore isola italiana, salvato dall’estinzione dai ricercatori dell’università di Roma Tre. La berta minore di Montecristo, un uccello marino che vive nell’omonima isola toscana, minacciata dalla presenza del ratto nero, cha si ciba dei pulcini del volatile. Ad intervenire sono stati il corpo forestale dello Stato, il parco nazionale dell’arcipelago toscano, l’Ispra e la società Nemo, finanziate dall’Unione Europea. Storie che continuano a toccare il cuore e contribuiscono a non perdere la speranza.


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