A volte – molto spesso – l’apparenza inganna. Infatti, soprattutto quando si parla di cani si pensa che ci siano alcune razze più moleste di altre. Niente di più diverso dalla realtà. In questo articolo affrontiamo il tema del falso mito delle razze pericolose nel cane.
Il falso mito delle razze pericolose
Esatto! Il falso mito, proprio perché non esistono razze più pericolose di altre nel cane, così come spesso l’abito non fa il monaco nell’umano.
Non dobbiamo mai, in nessuno dei due casi, fermarci all’apparenza. Purtroppo però alcune razze canine godono di una cattiva fama. A dimostrazione di quello che vi stiamo dicendo c’è l’elenco stillato dal Ministero della Salute nel 2007: una lista delle razze che – secondo loro – sarebbero più aggressive e pericolose di altre.
L’elenco in questione per fortuna non è più in vigore: due anni dopo la sua stesure è stato abolito, ma in molti ormai continuano a pensare che le razze inserite in quella lista possano essere potenzialmente cattive e fare del male all’uomo o ai propri simili.
La black list canina
Prima che venisse abolita, la lista del Ministero della Salute era una vera e propria black list canina in cui il falso mito per cui razze come il Rottweiler o il Pitbull erano viste come più aggressive di altre, come ad esempio il Labrador.
Questo era dovuto anche a diversi fatti di cronaca, che all’epoca avevano visto protagoniste queste razze come aggressori senza motivo e ritegno di poveri malcapitati esseri umani, principalmente bambini.
La lista comprendeva 17 razze che appunto seguivano il falso mito di essere più pericolose di altre per stazza, caratura dentale e indole violenta.
In realtà poi si è scoperto che la razza non incide sul comportamento del cane. Come nel caso di noi esseri umani, sono le esperienze negative e i traumi subiti a rendere un’animale pericoloso per l’uomo.
Solo l’Italia ha detto basta
Purtroppo il nostro è uno dei pochi paesi che ha abolito la black list delle razze canine pericolose. In molti altri paesi è ancora in vigore e se un padrone ha un cane la cui razza è inserita in quella lista deve correre ai ripari.
Ma con quali criteri una razza entra a far parte di questa lista e quindi segue il falso mito dell’essere pericolosa per l’uomo e i propri simili?
In primis la struttura muscolare e ossea del cane fanno la differenza. Logicamente un cane grosso fa più paura di uno piccolo, ricordate però che tutti i cani all’occorrenza mordono ed è proprio questa loro capacità, il morso, ha renderli diversi da noi umani e potenzialmente pericolosi.
Le caratteristiche fisiche di un cane però non implicano necessariamente che sia più buono o cattivo di un altro. Ad essere determinante è il processo di crescita dell’animale dalla nascita.
Se l’ambiente in cui nasce e cresce è violento, il cane sarà di conseguenza aggressivo e schivo nei confronti dell’uomo. Come per noi umani è l’ambiente e l’educazione in cui essi vivono che fa la differenza.
Il falso mito del cane pericoloso mette alla prova i padroni
Nei paesi in cui la legge sui cani pericolosi è in vigore i padroni hanno degli obblighi nei confronti delle altre persone e della legge.
Come prima cosa devono portare il cane fuori sempre al guinzaglio e spesso con museruola. Queste piccole accortezze permettono di tutelare l’incolumità pubblica, ma mettono l’autostima del cane in serio pericolo.
Al di là di questo, anche in Italia dal 2013 ci sono alcune regole di quieto vivere comune che vanno rispettate quando si porta il cane a spasso in pubblico.
La prima è il guinzaglio: mai liberare il cane in pubblico se non negli appositi spazi sgambatoi presenti nei parchi di ogni città. La seconda cosa è che il padrone è responsabile per le azioni del cane, perciò se non si riesce ad educarlo come si deve e crea problemi in pubblico il padrone verrà multato o penalmente perseguito al posto del suo animale domestico.