Vi piacciono gli animali. Avete sempre pensato di prenderne uno in affido, magari adottarlo. Soprattutto dopo questi brutti mesi di lock down vi siete resi conto di quanto sia importante avere una compagnia di qualità al vostro fianco che vi sostenga nei momenti più bui. Se non sapete da che parte iniziare, posso consigliarvi l’adozione 2.0, nate proprio nel 2020 per permettere a moltissimi cuccioli di trovare casa in maniera sicura.
Cosa significa adottare?
La parola viene dal latino adoptio -onis, derivato di adoptare (adottare). Significa trarre un soggetto da una condizione e condurlo in un’altra. All’interno della parola c’è poi il verbo optare ovvero scegliere.
Adottare significa scegliere di prendersi cura e carico di qualcuno. In questo caso parliamo di cuccioli o animali adulti che non hanno una casa e delle opportunità.
L’adozione 2.0 nasce con l’era del distanziamento sociale. Un sistema che permetta a chi adotta di conoscere bene quali sono il carattere del piccolo da adottare e di capire se è in grado di occuparsene, ma non solo. Adottare un cane (o un gatto, o un qualsiasi altro animale abbiamo bisogno di amore e attenzioni) nel 202o significa dare anche la garanzia a chi si occupa di adozioni che si stanno affidando a persone che hanno intenzioni serie.
Come funziona l’adozione 2.0?
Il tema dell’adozione in questo momento è un tema che va trattato con il dovuto riguardo. Ora come ora è bene tutelarsi e cercare di affidarsi ad esperti del settore. Persone che abbiano a cuore la salute degli animali e che guidino i futuri “genitori” nel creare un rapporto con l’animale da adottare.
Nei rifugi lavorano assiduamente alla ricerca delle persone giuste. Lavorano costantemente affinché gli animali ritrovino fiducia in se stessi e nelle persone che li circondano.
Con l’adozione 2.0, viene creato un profilo social del cucciolo e tramite quel profilo se ne può conoscere la storia e il percorso.
Molti dei cani o gatti che vengono accolti in queste strutture sono stati maltrattati, abbandonati, hanno subito purtroppo dei trattamenti poco amorevoli che li pongono in una situazione di disagio nei confronti dell’uomo e dell’ambiente esterno.
Con l’adozione 2.0 hanno la possibilità di raccontarsi e trovare qualcuno che possa farli sentire di nuovo amati.
Le persone seguono i social delle organizzazioni che si occupano dei cuccioli e si affezionano alle loro storie. E’ li che vengono postati video, schede descrittive, foto; insomma un materiale completo che permette a chi ha voglia di adottare di conoscere il suo futuro animale a 360°.
Adozione 2.0 e video call
Appena un utente dimostra interesse per un cucciolo, può contattare o essere contattato dall’associazione che si sta occupando di lui per mostrargli il piccolo in cerca di casa in video call. Questo è il primo contatto, che pur essendo solo visivo, aiuta entrambi a creare il primo legame.
Poi la “frequentazione” continua fino al momento in cui non si decide di incontrarsi vis a vi nel – nel rispetto delle norme sul distanziamento – per creare un contatto reale tra animale e futuro padrone.
E’ un processo che molto spesso richiede tempo, ma che assicura al 90% degli adottati di non tornare in rifugio una seconda volta. Quello che questo nuovo sistema di adozione si propone è di aiutare gli animali rimasti soli – principalmente cani e gatti – a trovare una vera e propria casa, che li aiuti a ritrovare equilibrio e serenità.
Adozione 2.0: un lavoro duro
L’idea di mostrare sui social con foto e video il lavoro costante che viene svolto da queste strutture di rifugio è importante per creare un canale virtuale che aumenti l’interesse nei confronti dei piccoli rifugiati.
L’idea è quella di mantenere vivo l’interesse e far sì che, in momenti meno forzati come quelli che stiamo vivendo, chi incontra virtualmente questi cuccioli si adoperi per frequentare sempre di più queste strutture e creare una rete di adozioni reali e stabili.
Sostieni chi aiuta gli animali
Cerca l’associazione o il rifugio animali più vicina a casa tua. Controlla i loro social e sostieni questo nuovo sistema di adozione. Anche se per te non è ancora il momento di diventare “genitore” puoi seguire queste strutture nel loro lavoro e aiutarle a crescere e farsi conoscere.